10 dicembre 2017

10 Dicembre: Ti amo per caso


Buona domenica Readers! 

Brittainy C. Cherry non ha bisogno di troppe presentazioni. Chi mi segue sa che è una delle mie autrici preferite e che con la sua Elemen series, mi ha conquistato. "Ti amo per caso" è stata una delle letture più emozionanti e dolci del 2017. Ogni volta che mi capita di posare gli occhi sul libro... beh le emozioni si riversano in me e ripenso alle piume bianche, al dolore, all'amore. 


"Si incontrano, anzi si scontrano, nel modo peggiore e l'odio che emana Tristan fa paura. Un uomo che corre a piedi scalzi, con una massa di capelli e una barba incolta, non può portare che guai, eppure il sollievo che Elizabeth scorge nei suoi occhi nel momenti in cui riabbraccia il suo cane, gli fanno capire che è solo una persona che soffre. Nei suoi occhi legge il suo stesso dolore e come una forza magnetica  li attrarrà l'uno nelle braccia dell'altro. " Recensione completa 

Continuate per leggere una parte del prologo ❤


Prologo

Tristan

2 aprile 2014


«Hai preso tutto?», mi chiese Jamie mordicchiandosi le unghie, nell’ingresso di casa dei miei. I suoi begli occhi da cerbiatta, azzurri, mi sorridevano, ricordandomi quanto fossi fortunato a poterla considerare mia. Mi avvicinai e la presi tra le braccia, stringendo il suo corpo minuto. «Ah-ah. È tutto fatto, bellezza. Penso che questo sia il nostro momento». Mi gettò le braccia al collo e mi baciò. «Sono così fiera di te». «Di noi», la corressi. Dopo troppi anni in cui non avevamo fatto altro che sperare e sognare, il mio obiettivo di costruire e vendere i miei mobili artigianali si stava realizzando. Mio padre era il mio migliore amico e socio in affari, ed eravamo entrambi diretti a New York per incontrare alcuni imprenditori che avevano dimostrato grande interesse ad associarsi alla nostra impresa. «Senza il tuo sostegno, non sarei nulla. Questa è la nostra opportunità per ottenere quello che abbiamo sempre sognato». Mi baciò nuovamente. Non avrei mai creduto di poter amare così tanto qualcuno. «Prima che te ne vada, penso che dovresti sapere che ho ricevuto una telefonata dall’insegnante di Charlie. Ha combinato di nuovo un guaio a scuola, e non mi stupisce considerato quanto somiglia a suo padre». Feci un sorrisetto. «Che ha fatto stavolta?» «Secondo la signora Harper, avrebbe augurato a una bambina che lo prendeva in giro per via degli occhiali che le andasse un rospo di traverso, perché lei sembrava proprio un rospo! Un rospo di traverso, ma ti sembra possibile?». «Charlie!», lo chiamai rivolto verso il soggiorno. Venne fuori con un libro in mano. Non portava gli occhiali, fatto certamente collegato all’episodio a scuola. «Che c’è, papà?» «Hai detto a una bambina di strozzarsi con un rospo?» «Sì», rispose lui senza girarci intorno. Per essere un bambino di otto anni, sembrava preoccuparsi veramente poco di quanto i suoi genitori potessero arrabbiarsi con lui. «Piccolo, non puoi dire cose del genere». «Però lei sembra proprio un rospo, papà!», protestò lui. Dovetti voltarmi per ridere. «Vieni qui ad abbracciarmi, tesoro». Mi strinse forte. Temevo il momento in cui non gli sarebbe più interessato farlo. «Sii bravo con la mamma e la nonna mentre sono via, d’accordo?» «Sì, sì». «E rimettiti gli occhiali quando leggi». «Perché?! Sono così stupidi!». Mi chinai e gli diedi dei colpetti sul naso. «Gli uomini veri portano gli occhiali». «Tu non porti gli occhiali!», si lamentò lui. «Be’, sì, capita anche che gli uomini veri non portino gli occhiali. Però tu mettiteli, piccolo», gli dissi. Lui borbottò qualcosa, poi scappò via per rimettersi a leggere il suo romanzo. Il fatto che preferisse i libri ai videogiochi mi rendeva felicissimo.

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Un bacio, 
Angela ❤


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